Proposta “oscena” di Giovanni ad inizio di Luglio: “Il 23 Agosto c’è un medio a Lovere, andiamo?”

Io: ma sì, dai, proviamoci! (in quel periodo i miei figli sono via e quindi posso approfittarne…).

Tempo per la preparazione, considerando in mezzo anche 15 gg di ferie e qualche giorno di scarico: 6 settimane. Decisamente poco, ma l’obiettivo è di finirlo, mica di vincerlo …

Il tempo vola in mezzo ad allenamenti intensificati (rispetto ai miei soliti) conditi da un bel caldo tropicale a rendere il tutto piĂą tosto.

Il giorno prima della gara, visto che sono già in zona con la moglie, decido di fare il giro del percorso bike in auto: tutti i triatleti seri fanno la ricognizione… quindi anche io!

Decisione pessima! Dall’auto la parte di montagna mi sembra un muro!

La tensione sale alle stelle. La notte prima è agitata (mai successo prima per una gara): 6-7 ore di gara, ce la farò? Mai fatto niente così prima d’ora… e poi l’incubo della salita in bici!

Al mattino sveglia alla 5.15: la domanda “Ma chi me lo fa fare?” mi frulla in testa di continuo.
Un caffè, i preparativi in zona cambio, qualche battuta con i compagni di squadra e riprendo un po’ di coraggio.

Poi, fondamentale, arriva il consiglio del solito Giovanni, che mi dice: “Mi raccomando, in gara fai tutto con calma”. Penso: Giusto, devo fare proprio così!

Il cielo è nuvoloso e minaccia un po’ di pioggia (che poi verrà), ma non c’è sole e caldo (vedi Revine) e forse, tutto sommato, è meglio così!

Ore 8.00: si parte a nuoto dal pontile: l’acqua è di una temperatura gradevole e perfettamente calma.
Il percorso nuoto scorre via veloce (penso: preferirei farlo due o tre volte piuttosto che affrontare la montagna).

Esco dall’acqua con buone sensazioni (e la soddisfazione di aver superato anche qualche veterano di squadra …) e, con calma, mi infilo i calzini, le scarpe e monto in sella: si parte per il tratto che temo di più.

Dopo pochi km inizia il tratto di montagna (che si dovrĂ  affrontare due volte: la prima per 3,5 km di salita, la seconda – piĂą lunga – per 7,2 km).

Lungo la salita incrocio quasi tutti i compagni di gara che stanno già scendendo e che mi urlano i loro incitamenti. Senza strappare o spingere troppo arrivo alla fine della prima salita, che è anche il pezzo più ripido. Qui mi rendo conto che fiato e gambe tengono bene: allora posso farcela!

Svaniscono un po’ di paure, torno giù con molta calma (in discesa vedo gente lanciata a velocità per me folli).

Completo la parte pianeggiante (altri 40 km circa) e poi affronto nuovamente la salita, ma questa volta con la consapevolezza che è alla mia portata.

Spingo un po’ e riesco anche a superare qualcuno (ovviamente solo M3 e oltre …). Poi discesa, ultimi km e rientro a Lovere, in TZ.

Il peggio è alle spalle: a costo di arrivarci camminando, sento che il traguardo ormai è alla mia portata.
Alle 12.00 passate (i PRO sono già arrivati al traguardo) lascio la bici ed inizio il percorso podistico, abbastanza ripetitivo (ben 5 giri da 4 km), ma con il vantaggio di passare sempre sotto la zona del tifo di famigliari, amici e compagni di squadra, tutti più avanti di me…

Ovviamente anche questo lo affronto con calma (anche se nella frazione run vado sempre “con calma”… anche quando non vorrei!)

A parte l’”incoraggiamento” della moglie al primo passaggio (“Dai, che ti mancano SOLO 5 giri!”) che quasi mi spezza il morale, il tifo ad ogni giro mi spinge a finire.

Al penultimo giro un crampo alla coscia mi fa temere problemi peggiori, ma mi passa alla svelta dopo una breve sosta. L’ultimo giro lo affronto in (modesta) accelerazione, sorpassando anche qualcuno…

All’arrivo sono tutti sulla linea del traguardo ad aspettarmi e ad incitarmi; taglio il traguardo con un sorriso da un orecchio all’altro: buona la prima, anch’io sono Finisher!
PP

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