Eccoci qua, rotto il ghiaccio e fatto il primo triathlon, ma cominciamo dall’inizio..

Le birrette della festa della sera prima non ce l’hanno fatta a tenermi a letto e puntuale si parte in macchina alla volta di via Berna per prelevare Alberto, l’altro esordiente del gruppo, ha solo 20 anni ma di testa è molto “quadrato”, impegnato nello studio, nello sport, in sani principi,  insomma, mica un derelitto come me che si butta senza saper bene a cosa va in contro! 🙂

Arrivati in parcheggio a Gorizia, ritirati i pettorali e sistemate le biciclette in zona cambio ho pensato bene, andiamo a sentire l’acqua… faccio un paio di vasche e la piscina da 50 metri letteralmente mi ammazza! La sensazione di soffocare che ho normalmente col body addosso in vasca lunga è ancora più forte e capisco che devo trovare una soluzione, domando consigli qua e la, al che Roberto, forse per il fastidio di sentir che mi lamentavo salta fuori con, “ma nuota col body abbassato no?”, beh, mi ha salvato la vita, come al solito la soluzione migliore è la più semplice!

Al via la mia batteria, mi metto tranquillo in ultima posizione ma scopro con sorpresa che almeno un paio di persone sono più lente di me e mi dicono di star davanti a loro, a me pare impossibile ma accetto. Via si parte, il body abbassato fa una leggera resistenza sulle spinte dai bordi ma va bene così, almeno riesco a respirare. Ero concentrato nel fare una sola cosa: tenere il conto delle vasche… che chiaramente dopo pochissimo è perso! Comincio tra me e me a far congetture ma ricordo a malapena da che parte son partito… vabbè, allora mi concentro sul ritmo… dopo poco avevo il fiatone, allora rallento un po’ la bracciata e mi concentro sullo sporco che c’è sotto la piscina, funziona e raggiungo una sorta di equilibrio interiore! Vedo uscire i primi dalla vasca, aspetto un altro paio di tornate e chiedo udienza ai contavasche che non si capiscono molto ma se ne escono con “te ne manca una sola!”, “fantastico” penso e  faccio gli ultimi 100 metri quasi in apnea, ritorno indietro e mi sento dire “ah no, scusa, te ne manca un’altra”, rispondo: “se me nego su sta ultima xe colpa vostra!”.

Entrando nella zona cambio faccio attenzione alla discesa, pensando “non farò mica la figura dell’ebete che cade proprio qui” e sbran! Mentre faccio la curva a filo della transenna inciampo su qualcosa e mi trovo come si suol dire “de eongo par tera”. Il mio alluce, al momento sotto impaccho di lasonil, ringrazia! Nel cambio me la cavo bene, mettendo il numero rovescio, facendo cadere gli occhiali e tirando su il casco che nel frattempo mi era caduto, capisco dallo sguardo perplesso del giudice di gara che ormai posso anche portare la residenza in zona cambio!

Monto in bici con la chiara strategia “dell’infame”: ciucciar ‘na bea roda fino alla salita, guardo indietro.. nessuno , davanti nessuno… improvviso un piano B, sbassar a testa e soffrire. Sul più bello che vengo raggiunto da un gruppetto e mi metto a ruota inizia la salita.. che culo! Ingrano l’ultimo pignone, (il famoso 27!) e mi arrampico godendomi il panorami col mio bel passo turistico. Finita la salita e fatta una discesa con tecnica “da venessian” (frenando ai 50 orari) mi guardo attorno e trovo il solito deserto, mi sorpassa solo lo scooter dell’organizzazione, a cui non mi metto a ruota solo per eccesso di sportività.

Corsetta in area cambio con ai piedi degli zoccoli di legno.. ah no sono le tacchette ma il rumore è lo stesso!  Cambio veloce e via di corsa, butto un occhio al Garmin che segna 4 e 30 al km, “vedemo fra quanto sciopo” penso, stranamente vado avanti, le gambe stanno bene ma il fiato è veramente corto, do la colpa all’ultima Marlboro di due anni fa, cazzo potevo almeno fumarla light e non rossa! Continuo e raggiungo un gruppetto di tre persone, arriva la salitona “a cubetti” e il commento più appropriato lo lancia un partecipante davanti a me: “stiquà i xe bruxai!”, mi arrampico facendo finta di correre una volta sopra si arriva su una zona piena di panchine e tavolini da pic-nic, lo stesso tipo di prima: “un per de ossetti sora ste toe gnente?”. Vabbè un giro è fatto, ripassando davanti alla zona cambio agguanto un bicchiere, me lo schiaffo in testa per il caldo e chiaramente si inzuppo le scarpe, chi non vorrebbe mezzo chilo in più da portarsi dietro! Ormai non ne ho più, però è d’aiuto saper già cosa mi aspetta, quindi rifaccio il giro, provo a sprintare attorno alla pista d’atletica ma come si suol dire “no ghe n’è”, concludo la gara stremato, probabilmente con un tempo pessimo, ma contendo per aver dato veramente tutto e soprattutto col sorriso stampato in viso!

Grazie veramente a tutti i compagni di squadra per i consigli e l’ottima compagnia!

Queste le due tracce gps della bici e della corsa:

http://connect.garmin.com/activity/182607728

http://connect.garmin.com/activity/182607748

  1. Foto del profilo di anthony
    anthony says:

    dai dai che è andata alla grande…e a soli 12 secondi dall’esperto Pandrin che già conosceva il tracciato 🙂 🙂

    Per la prossima..considera Udine, percorso bici un po’ meno impegnativo, si nuota sempre in vasca da 50mt ma il percorso a piedi ha sempre delle simpatiche rampette!!

    Oppure ti butti nella mischia e vieni in gruppone a Quinto! Una muta la troviamo 🙂

  2. Foto del profilo di elTeo
    elTeo says:

    Pandrin è la mia guida spirituale! 😛
    Udine avevo già in mente di farlo, Quinto potrebbe essere ottimo per rompere il ghiaccio in acque libere (basta che sia libere anca dae pantegane), poi è a due passi da casa, quindi se salta fuori una muta o si può noleggiare ben venga!

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