Ho sempre letto con piacere ed interesse i vostri diari di gara e così volevo anch’io scrivere qualcosa su quello che io considero il mio esordio nel triathlon. Ma mentre provo a raccogliere parole e pensieri mi accorgo che ne esce  un “non racconto†perché ho pochi ricordi e pochissimo da raccontare.

In fondo a me piace così, conservare le sensazioni.

Il sole caldo e il mare bellissimo, il suono della  sirena alla  partenza che mette fine  alla  paura di deludere e di deludermi e dà inizio alla silenziosa conversazione tra me e la fatica.  Inizio una gara che, banale ma vero, è un concentrato di vita che affronto nel modo in cui so fare: mi importa  solo il come, non il cosa né il quanto. Non vedo chi mi supera  né chi ho superato, voglio solo star bene dentro a questa esperienza. La mia insopportabile mediocrità passa in secondo piano e capisco che finirò comunque vincente. Capisco perché  all’arrivo della prima gara di triathlon a cui ho assistito ho visto così tanti sorrisi . Respiro e corro verso il mio traguardo, lo vedo, lo attraverso come nessuno potrà mai più fare. Sono felice: nessuno mai supererà questa linea con il mio stesso cuore, con i miei pensieri, con la stessa emozione.

Buon triathlon a  tutti.

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