12 luglio 2015: si celebra il Ledroman n.2.

Contesto spettacolare:
– percorso nuoto…bagnato;
– percorso bike che si snoda intorno al lago e si perde inerpicandosi sul costone della montagna;
– corsa (passabile) lungo la passeggiata del lungolago, quasi interamente sterrata, ricca di saliscendi.

Un solo rifornimento idrico a circa metĂ  della frazione run.
Nel complesso, una gara da consigliare, una gara da rifare.

Ma veniamo alla gara.

Partenza frazionata, che contempla anche la possibilitĂ  di gareggiare a staffetta: mai visto fare, mi incuriosisce.
Io, inserito nell’ultima batteria, posso godermi lo spettacolo della partenza e arrivo della frazione donne, e della partenza delle prime due batterie uomini….
In realtà, più che godermi le partenze degli altri, mi guardo intorno e studio i miei compagni d’avventura. Tutti carichi, tutti silenziosi.

Qualche battuta qua e la, ma mi sembra ci sia un bel po’ di tensione nell’aria: o sono io lo sprovveduto o sono loro troppo agguerriti. Sento un gruppo di voci che urlano il mio nome dalle transenne poste affianco alla spiaggia di partenza: non può essere siano per me, qui non mi conosce nessuno, ma mi giro lo stesso. Non faccio in tempo a buttare lo sguardo oltre la muraglia di cuffie e mute che mi stanno dietro che….“TUUUUUUU” suona la sirena e si parte!!

Due passi veloci e mi butto in acqua: piĂą che una partenza di nuoto, mi sembra una mattanza!!
Pugni e gomitate da tutte le parti: essendo partito “in pole position” mi sono risparmiati i calci.
Ma quelli provvedo a darli io, con una generositĂ  così convincente che gli squaletti abbandonano la presa e riesco quasi subito a prendere il ritmo. Le braccia girano bene, nella testa echeggiano i consigli degli amici triathleti e grandi nuotatori Iena (oltre che amico, collega) e Andrea (oltre che amico, “personal coach natatorio” del Terraglio): “se sei in affanno, allungati”. Quei due miti di Iena e di Andrea hanno sempre ragione, funziona; ed è subito prima boa: la imbocco stretta stretta e tiro dritto per dritto sulla seconda. Con grande sorpresa ci sbatto letteralmente contro mentre sono intento a guardare con la coda dell’occhio piĂą di qualcuno che veste la cuffia del colore dedicato alla batteria precedente la mia che annaspa alla mia destra…”però…” mi dico; anche qui giro stretto stretto e parto all’attacco della spiaggia, che raggiungo in pochissimo, forse anche grazie alla corrente che, in quest’ultima fase, avverto favorevole, tanto da superare anche un paio di cuffie (con dentro relativo triathleta!) della prima batteria uomini!! Esco e via verso la zona cambio, la mia ….rovina: lentissimo a sfilare la muta, forse anche perchĂ© mi distraggo un attimo a guardare lo spettacolare pubblico. La folla sembra esser tutta lì per me.

Mi sembra di vedere anche un sacco di …gnocca (si può dire?!?) ma forse mulinando mi è andato troppo sangue al cervello, boh… comunque, finalmente salgo in sella e via!I 20km sono su un percorso ad anello da ripetersi due volte attorno al lago con la parte iniziale pianeggiante che porta sino a Molina di Ledro e poi attraverso la strada comunale passa dall’abitato di Pur da dove inizia una salita di 1,7 km che la presentazione del percorso recita “non troppo impegnativa, ma costante”: un “#par-de-ciufoli”!! Costante sì ma, anche a giudicare dalle osannanti parole dei compagni di avventura che si inerpicano al mio fianco, non sembra esattamente leggera.
Raggiunto l’apice, via in picchiata in una discesa dalla bella pendenza che i cartelli stradali indicano del 20% e, da qui, si ritorna al punto di partenza a Pieve di Ledro. Al di là della “salitella”, il percorso sui pedali è molto suggestivo: passa a fianco del villaggio di Palafitte di Molina, dichiarato Patrimonio dell’Unesco, ruotando tutt’intorno al magnifico lago dalle acque verd’azzurre, circondato da un panorama di fantastiche montagne. Ma, in questo momento, non sono qui a “fare turismo”, torno a concentrarmi sulla gara ed eccomi di nuovo in zona cambio.

Cambio scarpe al volo (manco troppo!!) e via di corsa, contento di sentirmi ancora ben carico.

La frazione run porta a Mezzolago e rientra sullo stesso percorso, quasi tutto sterrato, a Pieve di Ledro, costeggiando le acque del lago in un continuo di saliscendi….Forse unico punto poco piacevole: nuvolotti di polvere si alzano al passaggio dei triathleti, depositandosi nelle loro gole affannate. In più, lo stretto percorso “a doppio senso di marcia”, non rende agevole i sorpassi…. Ma ci siamo: il traguardo si avvicina, è a uno sputo! Gli ultimi 200 metri prima del finish sono tra due ali di folla, che incitano urlanti al grande ruggito finale per uno sprint da centometrista che brucia tutti quelli che mi stanno intorno, scrollandomeli di dosso come insetti e facendomi pensare che il prossimo anno, sarò ancora qui, a celebrare il Ledroman n.3!

Leave a Reply