Grazie agli amici della piscina di Quinto ed all’â€Aussie†Laurence che ci dà il benvenuto la prima domenica di vera primavera ha un gusto di Triathlon for newbieeeesssss !

E così, con l’elenco delle cose DA NON FARE provvidenzialmente fornito dal coach il giorno prima, con una dose di barrette energetiche da sfamare l’esercito nordcoreano, con una gamba depilata da far invidia alla Belèn e l’immancabile gazzetta sotto il braccio (è pur sempre domenica) sconfiniamo nella Marca con un unico obiettivo: conquistare la Kamchatka!

Lo spirito di squadra la fa da padrone sin dall’inizio, grazie ai veterani che propongono un “tutt’insieme fino alla fine†o quanto meno sino all’inizio del t3, dove ognuno avrebbe potuto scaricare a terra tutti i propri cavalli, e così è stato.

T1 in una corsia tutta per noi; la foga di partire a razzo è mitigata dalla consapevolezza di dover tener botta per quei fatidici 750 metri, dopodiché sarebbe stato tutto in discesa, anche nel piattume della campagna trevigiana. Ed infatti Brik, Bisco, Marta, i Pandrin’s e compagnia ci danno (a me e al buon Fabio) un giro e mezzo in tutta tranquillità, “bene così pensoâ€;  alla ventesima vasca vedo un’ombra uscire dalla prima corsia, lì in fondo: è Jack che col suo fuoribordo 40cv si sta dirigendo verso la zona cambio (ammazza!).

Tra il pensiero di una carbonara mancata (son pure sempre le 13:45 di domenica) e quello delle prossime due frazioni da fare, finiamo questi 750 ed esco dalla vasca che sembro il più classico dei pesci fuor d’acqua. Ve lo ricordate il pesciolino rosso che saltava fuori dalla boccia di vetro quand’eravate bambini e che scattava sul parquet di casa? Eccomi lì, quello sono io nel tentativo di uscire dalla piscina, ma spero se ne siano accorti solo quei quattro gatti che stavano ancora nell’acqua…

Asciùgati i piedi, metti i calzini, metti la salopette, metti la maglia (cazzzz mi cade la barretta…), corri corri corri verso la bici, metti le scarpette, e zacckkkkk inforca la bellezza nera e viaaaaa, swoshhhhh, con l’aria fresca di primavera che mi asciuga ed in mezzo ad un gruppone di maglie SBR nero-giallo-arancio, con Bisco che si mette in posizione ed insieme a Sem tira un bel gruppone di una ventina di ragazzotti e (poche) demoiselles e si và!

Il primo giro fila liscio, curve e controcurve, rotonde ed un po’ di campagna, si passa dal via, si ritira la bambolina e via per il secondo giro, a tirarci il collo ci pensa il Bisco ed alla fine facciamo 33-34 di media senza distruggerci troppo le gambe. Che bello!

Scendo come i fichi con le scarpe attaccate alla bici e…alé, pronti per il t3: mi sento fresco come una caciotta e le gambe stanno bene quindi corro al mio passo il primo giro, ma eccolo lì che puntuale come una cambiale arriva il dolore al fianco (psoassssss sei tuuuu?????!!??) al secondo giro, quindi rallento, faccio due passi per riprendermi e poi corro più lentamente fino all’arrivo, dove un casco di banane è lì ad attendermi insieme ad un bellissimo gruppo di compagni di squadra sorridenti.

…e lo chiamavano allenamento, “bella lì†direbbero i pischelli in San Babila.

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